FAQ

Acquisto e gestione farmaci

Un farmaco generico è un farmaco che ha lo stesso principio attivo, lo stesso dosaggio e le stesse unità posologiche di un altro con brevetto scaduto. Sviluppare nuove molecole, testarne l’efficacia e l’innocuità richiede ingenti investimenti, per questo motivo il prezzo dell’originale comprende l’ammortamento di queste spese. La protezione offerta dal brevetto permette all’azienda, che ha sostenuto i costi di ricerca e di lancio di un farmaco innovativo, di mantenere il monopolio nella vendita di questo farmaco per un periodo di alcuni anni. Al termine del periodo di protezione brevettuale un farmaco può essere prodotto da altre aziende farmaceutiche e offerto sul mercato a un prezzo inferiore.

In genere i medicinali scaduti non sono pericolosi per l’ambiente più di quanto non lo siano i detersivi che si scaricano abitualmente nel lavandini domestici. Tuttavia, in considerazione degli effetti farmacologici che potrebbero ancora avere e per le sostanze tossiche che si potrebbero formare per degradazione chimica, i medicinali scaduti devono essere avviati alla raccolta differenziata per lo smaltimento, raccogliendoli negli appositi contenitori presenti in ogni farmacia.

  • Non lasciarli fuori dalla loro scatola (protegge dalla luce solare).
  • Non lasciarli in un’auto parcheggiata all’aperto (con il sole la temperatura interna può salire in modo eccessivo).
  • Non lasciarli sul davanzale della finestra (sono colpiti dai raggi del sole).
  • Non lasciarli vicino ad elettrodomestici che producono calore (ad es. in cucina il forno, il frigo, etc.).
  • Non lasciarli in ambienti umidi (in cucina e in bagno spesso si produce vapore).
  • Gli sciroppi antibiotici una volta ricostituiti andrebbero conservati in frigo e agitati molto bene prima di ogni utilizzo.
  • I colliri in genere non possono essere utilizzati oltre 30 giorni dall’apertura.

Assunzione farmaci

Occorre prestare particolare attenzione se si usano farmaci antibiotici, antinfiammatori, diuretici, antipertensivi, farmaci per curare malattie cardiovascolari, statine, ansiolitici, antidepressivi, antistaminici, contraccettivi orali, sia assunti per via orale sia per uso topico poichè possono interagire con i raggi UVA del sole dando effetti fotoallergici (irritazione della pelle, macchie rosse, orticarie, scottature e con il passare del tempo tumori della pelle) e fototossici. Il consiglio è di evitare di esporsi al direttamente, senza una adeguata protezione, al sole per tutta la durate della terapia. Chiedete informazioni al vostro medico o al farmacista.

Rispettare tempi e modalità della prescrizione. Una eccessiva irregolarità nell’assunzione non è mai una buona abitudine. È sempre bene concordare con il medico curante intervalli di somministrazione che siano accettabili, in quanto compatibili con le proprie esigenze e con i propri ritmi di vita, e quindi rispettarli il più precisamente possibile. Ogni tipo di farmaco necessita di alcune accortezze come l’assunzione prima o dopo i pasti per renderne ottimale l’assorbimento oppure per ridurne la gastrolesività,  l’intervallo di tempo il più possibile regolare, come nel caso degli antibiotici. Per ogni farmaco il farmacista fornisce le informazioni per una corretta assunzione.

I farmaci che possono essere assunti in gravidanza, per i quali attualmente non sono stati dimostrati effetti negativi sul feto sono: alcuni antibiotici (penicillina, amoxicillina, ampicillina), l’acido folico, il paracetamolo, il ferro e le vitamine a basso dosaggio, gli anestetici locali e alcuni anestetici generali.

Alimentazione

I cibi che possono provocare picchi iperglicemici sono i carboidrati a rapido assorbimento (zucchero, cioccolato, dolci in genere). Inoltre, un rialzo glicemico può essere provocato da tutti i cibi che presentano un indice glicemico elevato (che è la capacità di un alimento di provocare un rialzo di glicemia) come ad esempio le patate fritte, il melone, la zucca, i cornflakes, il riso soffiato. In genere da tutti gli alimenti composti da carboidrati.

Le vitamine sono necessarie per le regolari funzioni metaboliche. Sono componenti degli enzimi, favoriscono le reazioni chimiche dell’organismo ed entrano a far parte delle sostanze ormonali. Possono essere solubili in acqua (idrosolubili) o in grassi liquidi (liposolubili). Esistono vitamine naturali, presenti nel cibo e vitamine sintetiche, ottenute in laboratorio e vendute in farmacia. Queste ultime, si trovano sotto forma di capsule, compresse, tavolette o liquide. Su ogni confezione, l’etichetta indica la quantità di ciascun micronutriente nel relativo dosaggio (espresso in g, mg e microgrammi) e rispetto alla RDA (Dose minima giornaliera), espressa anche in percentuale (per esempio 200% della RDA). Le RDA sono tabelle redatte per stabilire il livello minimo: non danno informazioni sugli eventuali vantaggi di un’assunzione maggiore. Un apporto eccessivo di particolari vitamine può portare a spiacevoli effetti collaterali. Per valutare la giusta quantità, è necessario consultare un medico, un dietologo o una persona esperta nella nutrizione. Quindi vitamine sì, ma con giudizio.